Mi sembra un bel passo avanti nello “svecchiamento e rinnovamento” della PA, dato che l’età media dei dipendenti pubblici in Italia è di 50,4 anni.
Io sono decisamente nella media.
Onestamente, mio figlio è più smart di me.
1. Cosa dice il DL: Regioni, Province, Città Metropolitane ed Enti locali possono assumere funzionari diplomati degli Istituti tecnologici superiori (ITS) dotando gli uffici di personale tecnico qualificato, riservando il 10% delle proprie capacità assunzionali a diplomati specializzati nella transizione al digitale e nella sicurezza informatica.
Non solo, ma potranno farlo passando dal tempo determinato a indeterminato, dopo il conseguimento della laurea e una valutazione positiva del lavoro svolto.
Non solo: per supportarli nel percorso universitario è previsto anche un contributo economico che può essere ottenuto grazie all’adesione dei ragazzi al progetto “PA 110 e lode”, attraverso la stipula protocolli d’intesa tra Amministrazioni e Dipartimento della Funzione Pubblica.
Non solo: a questi corsi di studio possono iscriversi anche i dipendenti pubblici (ottima opportunità di aggiornamento e di professinalizzazione).
2. Cosa dice il DL: in merito alla Transizione digitale da formalizzare nel PIAO, viene prevista una sottosezione dedicata al fabbisogno di personale per la transizione al digitale e alla sicurezza informatica (l’art. 12 del DL modifica infatti l’articolo 6, comma 2, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, introducendo l’obbligo per le amministrazioni di definire la sottosezione, all’interno del Piano Integrato di Attività e Organizzazione).
La digitalizzazione, da tema trasversale del PIAO, diventa tema centrale, al punto da costituire sottosezione a sè, all’interno di quella di Organizzazione e Capitale Umano.
Immagino che per i piccoli comuni non sia un’impresa facile, ma le convenzioni/associazioni di funzioni con altri comuni, potrebbero ovviare al problema. Direi che le varie PPAA debbano acquisire una visione strategica della transizione al digitale e dei ruoli necessari per compierla, considerando sia gli ambiti tecnologici che quelli organizzativi e culturali. Non è più “chi fa da sé fa per tre” ma “l’unione fa la forza”.
Questa importante spinta alla trasformazione in digitale della PA, trova consenso sia nella vecchia che nella nuova generazione di dipendenti pubblici: per focalizzare e mettere a profitto le esperienze e le conoscenze, il passaggio dei saperi e la sperimentazione.