Mi sono trovato a parlare di questa sentenza con Brunella e abbiamo deciso di lasciarvi qui qualche nostra considerazione.

I sistemi di IA sono infatti degli ottimi supporti per analisi più rapide, previsioni più accurate e una gestione efficiente dei dati.

In particolare la corte sostiene che “dall’analisi dell’offerta tecnica emerge che l’aggiudicatario abbia proposto un impiego dell’IA mirato e specifico, da utilizzare come strumento di supporto matematico/statistico e di elaborazione dati, migliorando l’efficienza e la qualità dei servizi offerti. Dunque non rinvengono nel caso di specie aspetti di evidente criticità e/o inaffidabilità di tale strumento, peraltro ormai di comune e diffuso utilizzo”.

In ogni caso l’uso di IA non è motivo di esclusione, ovvero, non quando l’uso di questi sistemi anziché essere “generale” è “mirato e specifico”.

Il TAR Lazio si sofferma sul caso della valutazione delle offerte presentate dai fornitori, dove la IA può identificare anomalie, incongruenze e potenziali rischi, supportando la PA nell’analisi dei fattori che portano alla selezione dell’offerta più vantaggiosa:

  • selezione a monte dei fornitori con cui avviare una trattativa negoziata, in quanto la IA riesce ad analizzare grandi volumi di dati per identificare rapidamente i potenziali fornitori più qualificati e idonei a soddisfare le specifiche esigenze di un progetto,

  • predisposizione degli atti di gara, per cui la IA redige o migliora bandi di gara, capitolati d’oneri, clausole ecc garantendo il rispetto della normativa e, se istruita, anche delle buone pratiche,

  • assistenza nelle verifica dei requisiti, generali e tecnici, dove la IA sicuramente è dotata di imparzialità. Imparzialità anche intesa come riduzione di pregiudizi e discriminazioni nel processo di appalto, garantendo che tutte le offerte siano valutate in modo equo, quindi un uguale accesso al mercato.

Direi che la decisione del TAR Lazio sia pienamente condivisibile: l'intelligenza artificiale non sostituisce, ma supporta, assiste e, soprattutto, accelera i processi di valutazione.

D'altronde, diciamolo chiaramente: è inutile pensare di opporsi a un fenomeno che ormai è diventato un fiume in piena. Meglio imparare a cavalcarlo piuttosto che rischiare di esserne travolti.

Spesso, però, ho la sensazione che ci sia chi considera l’IA come una sorta di oracolo, a cui delegare decisioni che invece spettano a noi. Ci si dimentica che la responsabilità, come le sentenze hanno più volte ribadito, resta sempre in capo a chi firma e accetta il risultato proposto, non alla macchina.

Altre volte, addirittura, si pensa di poter tagliare i costi del personale affidandosi completamente alla tecnologia.

Credo invece che gli enti, prima ancora di puntare al risparmio o alla velocizzazione dei processi, debbano riflettere su cosa significhi davvero introdurre l’intelligenza artificiale nelle proprie strutture: quali vantaggi porta, quali rischi comporta. Non si tratta di sostituire le persone, ma di affiancarle e supportarle nelle loro decisioni.

A mio avviso, sarebbe fondamentale avviare percorsi di informazione e alfabetizzazione rivolti ai dipendenti, per coinvolgerli e renderli pienamente consapevoli delle potenzialità e delle finalità di questi strumenti innovativi. Solo con la consapevolezza si può davvero utilizzare l’IA in modo efficace; altrimenti, il rischio è che venga fraintesa o addirittura respinta.

E i dipendenti, credo fermamente, hanno il diritto di essere informati e formati, per non sentirsi messi da parte ma inclusi nel processo di cambiamento.

 

Per curiosare numeri e percentuali, leggetevi uno studio del febbraio 2025 : https://www.buildnews.it/articolo/impatto-intelligenza-artificiale-edilizia-studio-ance