Questo perché l’Italia è storicamente contraddistinta da disparità territoriali socio-economiche. Una disparità che influisce sulla quantità e qualità dei servizi sociali resi ai cittadini, che possono essere diversi anche tra comuni attigui.

Per sopperire a tale diversità, lo Stato ha creato il Fondo di Solidarietà Comunale, in quanto fondo perequativo, che distribuisce risorse ai comuni in difficoltà, costituito principalmente da 2 componenti:

  • componente di ristoro delle minori entrate comunali data la bassa capacità fiscale e per esenzioni IMU e Tari
  • componente legata a colmare il divario territoriale

Vediamo cosa dice in proposito la legge finanziaria per il 2025 sul FSC (acronimo), fondo istituito con la Legge Finanziaria n. 228 del 24/12/2012.

L’art. 1, commi 753 e 754 vanno ad incrementare il fondo di 56 milioni di euro, a favore dei comuni “meno dotati” secondo i criteri della storicità (riequilibrio delle risorse storiche) e del bisogno rilevato a fini perequativi. Ma, attenzione, le risorse che costituiscono il fondo sono per di più di natura orizzontale, ovvero principalmente derivanti da altri comuni attraverso il gettito dell'imposta municipale propria (IMU) e non dalla fiscalità generale dello Stato, definita verticale. Anche se questa manovra finanziaria, con un implemento di derivazione statale di 56 milioni, va nella direzione della verticalità: finanza derivata di contro al federalismo fiscale.

Il che, ci fa fare un passo indietro per riprendere il concetto di federalismo fiscale: istituito con legge n. 42/2009 ed incentrato sul superamento del sistema di finanza derivata e sull'attribuzione di una maggiore autonomia di entrata e di spesa agli enti locali. Il tutto nel rispetto dei principi di solidarietà, riequilibrio territoriale e coesione sociale richiamati dalla nostra Costituzione. Con il federalismo fiscale vengono soppressi gli storici trasferimenti erariali aventi natura di generalità e permanenza, sostituitti con entrate proprie dei comuni, unite alla compartecipazione al gettito di tributi erariali e addizionali.

Ma, evidentemente, il federalismo fiscale non basta per garantire i fabbisogni standard.

Per mantenerli, occorre proseguire con la perequazione.

Per questo la manovra finanziaria implementa il fondo di solidarietà comunale, controbilanciando i saldi negativi provocati dalle crisi finanziarie di questi anni, che vanno a colpire la fasce più deboli. Pensiamo alle azioni da mettere in campo per: sostegno di anziani autosufficienti e non autosufficienti al fine di favorire la permanenza a domicilio, sostegno ai minori e alla genitorialità fragile, sostegno a favore di cittadini disabili, asili nido.

Mi piace sottolineare, sempre, il principio di solidarietà, che sta alla base della manovra finanziaria, un principio calato nelle nostre realtà territoriali “meno dotate”, per “dotarle di pari dignità”.